Opzione e Seconda Guerra Mondiale
Dopo l'accordo fra Hitler e Mussolini i tedeschi dell'Alto Adige dovettero prendere una decisione dolorosa: o rimanere cittadini italiani o emigrare nella Germania del Terzo Reich. Oppressione fascista, penuria di soldi, pressioni da parte di impiegati italiani e l'atteggiamento ambiguo dei prefetto di Bolzano da un lato, e massiccia propaganda tedesca dall'altro costituiscono le ragioni per cui a Rodengo, come nella maggior parte delle localitá sudtirolesi, quasi tutti optarono per l'emigrazione in Germania. Nutrivano comunque la speranza di restare in patria proprio per la massiccia adesione alla Germania. Soltanto tre famiglie facevano parte dei cosiddetti "Dableiber", optanti per l'Italia. Nei loro confronti non ci furono che rimostranze o ripicche di scarsa entitá. Fino al termine del 1940 da Rodengo emigrarono 105 persone, per 10 piú individui singoli ma anche intere famiglie.
Molti giovani, precedentemente arruolati nell'esercito italiano, dopo l'emigrazione furono incorporati nella Wehrmacht; altri erano giá in guerra come volontari. Per la confusione e le incertezze degli eventi bellici con il 1941 l'emigrazione andó esaurendosi. I difficili anni della guerra caratterizzati da tasse esose, aumento dei prezzi e privazioni d'ogni genere, continuarono anche dopo il 8 settembre 1943, ossia dopo l'occupazione nazista del Sudtirolo e dell'Italia. Ma il tributo piu grave fu quello cruento: 28 caduti e 8 dispersi. Come memoriale degli orrori della guerra ed in onore dei caduti e dispersi dei primo e secondo conflitto mondiale venne eretto il monumento all'ingresso principale della chiesa, una scultura dell'artista gardenese Moroder.